LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Domenico De Ferraro
|
|||
Ballata del Sabato Santo
Di questo sogno che ha molte lingue , alcune di fuoco, alcune leggere , con braccia serrate, con un cuore di pietra , tra il dire che mena vanto, invano si gioca, con il vivere, con rime ed amori senili. Avanza il tempo, il momento d'un bacio, ora mi ridestò in apologie e reati , in metriche poco usate. Vedo ed immagino, ora , divento un serpente, vedo cambiare la mia pelle , la cambio , mi trasformo in nuove arcane figure , conchiglie piene di sabbia, pellegrino per lidi immagino mondi possibili. Evadere da questa morte, da questo gioco che pesa sulle spalle , terribile per mondi possibili, ancora ed oltre non conosco una via per giungere a questo amore bagnato dal mare . Ora io fingo , fuggo , ritorno , dove tutto ebbe inizio ,dove tutto , si tramutò in mille domande , tutte in fila pronte a richiedere un loro tornaconto, con un cuore sofferto, con una morte accanto , con te che parli alle stelle , sotto lune immaginarie , in universi sconfinati ,fino a quando tutto si potrà comprendere. Dire, cercare, un senso a cosa si vuol fare , vedo terre lontane , guerre pronte a combattere , navi solcano il mare, vanno verso tutto é incominciato , vanno verso di te , vanno a conquistare una dignità che non ha più braccia. Io , ora cosa mi resta sognare , cosa devo sperare , cosa devo rincorrere sull'onda, di questo mare sporco di sangue , intrise di parole mai dette da ignoti poeti, rime e ritmi carezze , baci , sussurri , tutto svanisce, scema in questo gioco crudele, all'interno del corpo d'una città che si desta all'alba, ed afferra. per il collo una chimera ubriaca di poesie a buon mercato . Quando tutto avrà inizio , quando i cannoni smetteranno di sparare cazzate , il cielo diventerà un luogo sicuro . Pasqua, ministri e santi , seni , sederi, ed altre lussurie, nel vento mi conducono a cercare , nel senso , nel fluire, fino alla fine , mi ritrovo a pasqua con tanti agnelli sgozzati . Pasqua, uova rotte, occhi pieni di lacrime, pasqua, sul dorso d'un asinello , s'aspetta che entri in città, gridando Shalom , Shalom la voce si diffonde per le strade , tanta gente, cieca, zoppa, pieni di rancore , c'è chi si vende questa vita per pochi denari. Strano vivere, morire come quell'agnello appeso a testa giù, come questo cuore che va lento, tanto lento nell'eco dei morti , che ascolto, seduto , in disparte, c'è chi sà, c'è chi non sà , c'è chi ride, prega , galleggia, naufrago dentro una scialuppa , schizzinosa, derelitta, dignitosa esistenza , svestita, ignuda , riversa sulla sabbia, sporca di sperma, di pensieri che crescono, salgono vanno, verso l'alto, verso un nuovo mondo, nella dolcezza di un divenire legato a molte lingue. Son felice, forse folle, forse son salvo e ritorno a cosa ero ai tanti dubbi racimolati lungo la strada in questo guazzabuglio, incomprensibile , eccomi son qui, non mi vedi , si ricomincia ignaro , sopra una pietra, tra tanti dubbi ancora tutto intero con il mondo che attende che tu risorga dal male generato , che tu ritorni a vivere , nel vento ove mi beo ed ascolto le voci sparse, perdute nel tempo, nell'amore che infrange barriere .Sabato santo che colpa ho io , che colpa pesa sulla mia coscienza di padre , di uomo , d' individuo qualunque che sogna vicino al mare una vita diversa, abbandonato in multicolori arzigogoli ,pieni di sentimenti , di passioni che cadono goccia dopo goccia , lacrime che scivolano lungo il tuo pallido viso, coronato di spine. Senza tempo ogni cosa ritorna con il vento , con l'onda del mare con le tante domande , sepolte dentro di noi, tutte in fila per essere comprese , per essere appese, insieme all'agnello fuori una bottega. Sabato santo , sono qui di fronte al mare , seduto su un sasso , cercando un senso , alle mie parole ridicole, elleniche, chete parole bugiarde, giovani e forte, simile ai tuoi baci , simili alle tue carezze, simili ai tuoi pensieri che liberi volano via, verso altri lidi, in destini, in vite congiunte , tutte allo spirito santo. Campane forse suonano lontano, fiato alle trombe, chitarre elettriche, mandolini , violini zigani , scetavajasse , tutti uniti in un solo verso , in una sola vita , che ci conduce verso di te padre, nel tuo regno , nel cuore dell'agnello. |
|